venerdì, febbraio 24, 2006

EMORRAGIA OGGETTUALE



La abbiamo chiamata confusione.
Si è sentito dire: un mucchio di cose.
Maree di frullatori.
Surplus surplus surplus.

Siamo tutti daccordo, il pianeta è sovrapopolato da oggetti. Ma chi sono i buoni e i cattivi? Chi ha sbagliato per primo? Perchè siamo sommersi dalle cose? Che disagi ne conseguono? E' giusto, è sbagliato? e ancora, tutte le domande che vi vengono in mente.

OK. Rispondetevi...

...e poi rispondete a me. Cosa possiamo fare noi designer? (proposte/soluzioni)

13 commenti:

Andrea Magnani ha detto...

Chiedendovi/mi: "chi ha sbaglito per primo?" indevo indurvi/mi ad indagare i processi genrativi del fenomeno che ho chiamato "emorragia oggettuale".
vengo sempre un po' frainteso...
Comunque i commenti sono la base di questo contenitore... quindi sempre ben accetti.

senza divagare... vi ri-invito ad utilizzare i commenti per fornire delle possibili proposte/soluzioni per tutto ciò che in precedenza abbiamo chiamato: Surplus, confusione, mucchio di cose, maree di oggetti.

Ciao e grazie anticipate per la partecipazione

Anonimo ha detto...

...sono solo fottutissime emozioni....

Anonimo ha detto...

secondo me la proliferazione oggettuale ha un suo perchè
gli oggetti si trasformano respirano potenziano l'inorganico
riempiono spazi
vuoti

scorribande oggettuali
unidentify object

duscamp
www.jenniferjakuza.splinder.com

Anonimo ha detto...

Io credo che in futuro la confusione pregettuale possa ancora aumentare molto.

Sempre più persone potranno avere accesso ad una tecnologia che consentirà di stampare o costruire obbigliamento od oggetti personali.

E' inutile lamentarsi del fatto che il confine tra design e moda si stia lentamente assotigliando: la società, la cultura, la tecnologia, ed i soldi, vanno in questa direzione. E la direzione vincente, ma non quella corretta, è SEMPRE quella dei soldi.

I designer possano solamente continuare a fare bene il loro lavoro e a dare l'esempio.
Un buon progetto resterà sempre un buon progetto, ed credo molto nelle nuove forme di comunicazione (per esempio questa) come strumento per far emergere i prodotti più meritevoli.

Un saluto

Anonimo ha detto...

parlare dell'emorragia degli oggetti non fa altro che aumentareil suo sanguinamento.
il design è soltanto il nostro rimorso di conscienza quando stiamo per produrre un nuovo oggetto.

Anonimo ha detto...

ma allora perchè non fermare (o indurre a) la produzione?

Andrea Magnani ha detto...

non credo....design=rimorso? provi vergogna per quello che fai?

troviamo un modo per non avere più rimorsi!

Anonimo ha detto...

quanta confusione...


www.consciousdesign.splinder.com

Andrea Magnani ha detto...

Senza il cellulare mi sento solo. Il mio fedele compagno di avventure questa sera è scarico, la mia proiezione telematica oggi è spenta.
Mi capita e non puo essere che cosi. Ho il perenne bisogno, l'immediata indotta necessità di comunicare sempre ed ovunque. Tutti lo fanno sempre di più, ed io lo farò ancora di più, + forte!

Non si tratta più di surplus oggettuale ma di surplus totale. Di tutto un pò e subito. Vivo in mezzo alla proliferazione di qualsiasi cosa e tutto sommato sto parecchio bene... Anzi contribuisco attivamente... Butto legna e non acqua. Magari si brucia tutto prima.

La logica è quella del $$$ e a me piace molto il $$$ perchè contraddirlo? Ho solo il dubbio o la certezza che un'oggetto non abbia più senso in quanto alla sua funzione pratica... Se stai comodo ma non ridi mai, bella vita di merda.

concludo rinnovando l'invito ad utilizzare i commenti per fornire delle possibili proposte/soluzioni per tutto ciò che in precedenza abbiamo chiamato: Surplus, confusione, mucchio di cose, maree di oggetti. CIAO mAgno.

Anonimo ha detto...

cazzo, sti designer....quante idee. siamo in buone mani quindi.

Anonimo ha detto...

Come già ho scritto credo che una possibile via sia l'amore...
Qualcuno disse: "se ami un'oggetto non lo butti.."
Ok. poniamo che questa sia la via giusta...
come si puo progettare un'oggetto che faccia stragi di cuori?

-il percorso meta-progettuale?
-di cosa ci si innamora?
-vive?
-ha una storia?
-ci "parla"?
-abita?
-mi da affetto?
-costa?
-funziona?
-provo piacere nell'usarlo?
-è semplice?
-non è tutto ciò?

sono domande e/o risposte.

alex ha detto...

Il surplus. Oltre che essere "plus" è addirittura "sur"-"sopra"-in sovrannumero. "Plus" è inteso come "più" (valore aggiunto mi verrebbe da dire...citando Mami) o come "un di più"? Sono solo posizioni strategiche per avere ragione quando si parla. Il "più" lo vedo come come aggiunta positiva. Nello specifico del Designer direi pro-positiva. Anzi chiamiamolo pure "fondamento di PRO+ Design". Insomma, tralasciando i giochi etimologici: perchè c'è un'over-produzione di oggetti? Per necessità di mercato (ovvero di fabbricare denaro da far girare) camuffato da soddisfacimento delle necessità umane. Giusto? Sbagliato? Inevitabile direi piuttosto. 200 anni fa era normale andare a piedi, il cavallo era dei ricchi. 150 anni fa si vedevano per le strade pedoni, cavalli, carrozze e alcune (pochissime) biciclette. 100 anni fa

Anonimo ha detto...

Il surplus produttivo è il nostro surplus emozionale. Abbiamo bisogno di un oggetto per amico per sentirci meno soli. Sempre meno riusciamo a comunicare…questa è la nostra illusione. Non riusciamo a sintonizzarci con noi stessi, col nostro io, col nostro bisogno interiore e segreto. Siamo continuamente nei panni dell’ ”altro”. Cosa vorrebbe quel target…cosa vorresti tu?
Ci perdiamo in uno spazio di oggetti che non ci rappresentano più.
Trovo ancora sagge le parole di Socrate.
Quel “Conosci te stesso?” che suona come un monito. Ecco perché tutto ci appare confuso e ridondante. Le risposte non esistono, esistono consapevolezze e convinzioni: è questo il duro presente che ci ha lasciato cinquant’anni di Relativismo esaltato come cura del nostro male.
Siamo dei Postmoderni?! Noi vogliamo essere di +…

un saluto