mercoledì, giugno 06, 2007

DO - nucleo culturale

A Faenza si è appena conclusa la 3 giorni inaugurale di un nuovo spazio culturale che risponde al nome di DO. La manifestazione è stata chiamata DOrave culturale e ha visto nella sua programmazione: mostre di design, esposizioni d'arte, installazioni urbane, concerti, live set audio-video, workshop e conferenze. E' stato un weekend in cui ho visto la città di Faenza come sbocciare lentamente, creativamente... promette bene! Riporto di seguito il bilancio dell'evento e l'interessantissimo manifesto di intenti, sono pronto a scommettere che il DO diventerà il nuovo vero e proprio riferimento per la creatività a Faenza, prestate attenzione!

DOrave culturale: un primo bilancio

Faenza, 4 giugno 2007
È terminata ieri sera la tre giorni in cui il DO, nuovo spazio culturale, è stato presentato alla città: una tre giorni di sperimentazione, un banco di prova, che si colloca come l’inizio di un percorso stabile di ricerca nell’ambito della produzione culturale a Faenza. Come hanno sottolineato sabato 2 giugno i ragazzi del Nucleo Culturale alla presentazione del progetto, il DO non è e non sarà un locale, come già ce ne sono a Faenza: l’obiettivo è, infatti, quello di diventare un laboratorio delle idee e di produzione culturale, uno spazio in cui la creatività è vissuta in modo attivo, evitando dunque la mera importazione di eventi/format/attività realizzate altrove, un incubatore dove le idee valide possono trovare risorse e competenze per decollare e diventare progetti concreti.

Questa è la logica che è alla base, ad esempio, del progetto Re-sign, presentato nel workshop di domenica 3 giugno (che ha registrato una buona presenza di pubblico): i ragazzi dell’ISIA di Faenza che hanno curato il progetto hanno mostrato, con una breve introduzione, e poi dimostrato, realizzando istantaneamente alcuni oggetti (coinvolgendo anche i presenti), il concept del “Re-sign - firmare di nuovo” gli oggetti abbandonati. Firmare di nuovo significa dare una nuova vita agli oggetti, che non solo sono tantissimi, ma sono tutti portatori di tanti messaggi, di tante logiche, di tanti punti di vista; Re-sign ci insegna che la vera libertà degli oggetti sta nel saperli vedere, così al DO c’erano un bancone da bar realizzato con due casse di legno, sedute realizzate assemblando più sedie o utilizzando gli scheletri metallici di scrivanie, un tavolo fatto con uno sportello, un divano ottenuto da rettangoli di gommapiuma e stoffe, ecc. Tutti oggetti di recupero, trovati nei magazzini del Comune di Faenza, che hanno stimolato la creatività dei ragazzi del DO: Re-sign non è però un progetto autoreferenziale, ma ha una connotazione fortemente sociale. Lo scopo infatti è quello di educare il pubblico acquirente a diventare un pubblico utilizzatore consapevole, ed è per questo che nel progetto è stata coinvolta Manitese: Michele Dotti, rappresentante di Manitese Faenza, ha sottolineato durante il workshop la validità del progetto e la sua compatibilità con una ONG che da sempre si è occupata di recupero degli oggetti, con grande beneficio, economico ed ecologico, per la società. Con Re-sign, ha aggiunto Michele, questo recupero ha la possibilità di avere un risvolto qualitativo oltre che quantitativo, rinnovando dunque la disponibilità a collaborare per il decollo del progetto. La condivisione degli obiettivi, e la disponibilità a partecipare è stata manifestata anche da Hera Imola-Faenza, azienda attenta ai temi del riciclaggio e del riutilizzo che ha già realizzato progetti si sensibilizzazione, nelle scuole ad esempio, su questi temi: Elena Marchetti, presente al workshop, ha dimostrato il suo entusiasmo per l’originalità dell’idea e la volontà di creare una sinergia per fare sì che il progetto coinvolga realmente il territorio.

Al workshop hanno partecipato anche altri due progetti uniti dalla stessa sensibilità per il riutilizzo creativo degli oggetti, RCA – Rifiuto con Affetto e Airswap. RCA è un nuovo servizio di raccolta rifiuti nato a Venezia, che permette di raccogliere e rimettere in circolazione quegli oggetti che, a causa di una tendenza allo spreco e alla mancanza di spazio, vengono gettati seppur ancora utilizzabili. Maria Zanchi, Maddalena Vantaggi, Roberta Bruzzechese e Alessandra Saviotti hanno infatti modificato un cassonetto, inserendo delle ante trasparenti e delle mensole interne, facendolo diventare un luogo si scambio di oggetti (e di conseguenza di socializzazione), sottraendoli alla discarica o alla distruzione: in questo modo, gli oggetti riacquistano così utilità e persone che vi si riaffezionano.

Arianna Callegaro ha invece presentato Airswap, in cui al centro vi sono i vestiti: una persona, partecipando ad Airswap, baratta un suo capo d’abbigliamento con un altro capo, modificato (non necessariamente nella forma di un altro capo, ma anche di oggetti, ad esempio lampade, scatole, ecc.) creativamente da artisti presenti sul territorio; il progetto prevede un padiglione negli aeroporti, in cui si possono compiere due tipi di azioni: effettuare uno scambio di un vestito personale, per acquisirne uno con valore aggiunto, o selezionare dal database un abito su cui effettuare una personale post-produzione, destinata poi al circuito di scambio/promozione.

Il confronto e il collegamento tra queste iniziative e Re-sign, creato dal workshop, hanno premesso di creare una rete di conoscenza e di scambio, che potrà attivare collaborazioni e possibilità di sviluppi, anche paralleli, dei singoli progetti.

Durante i tre giorni è stata poi realizzata una copertura mediatica di DOrave culturale, con la realizzazione di foto, video delle performances e dei workshops, interviste agli artisti, che saranno, e in parte già sono, a disposizione sul sito web del DO (www.ildo.tv): questo fa parte di un’altra area di progetto, dedicata ai media e alle nuove tecnologie, che intende sviluppare una webtv e realizzare nuovi fomat.

DOrave culturale è stato inoltre monitorato costantemente da una webcam al piano terra, grazie alla quale era possibile seguire la tre giorni sul sito web, in live-streaming; l’attenzione per le tecnologie audio/video è stata poi documentata dalla presenza di 12 televisori, che mostravano video realizzati dai ragazzi del DO, e dalla presenza di due schermi dietro al palco, sui quali i vj hanno proiettato le loro immagini durante le serate. Vj e dj hanno poi partecipato ad un workshop sull’improvvisazione nella musica elettronica e sul rapporto tra musica e immagini, seguito, sabato 2 giugno, al workshop sull’improvvisazione come competenza, tenuto da Michele Francesconi, e sulle avanguardie del jazz (Filippo Feletti): l’attenzione alla modalità del workshop risponde alla volontà del DO di non essere uno spazio dove semplicemente si fruiscono i prodotti culturali, ma dove ci si confronta sulla produzione di tali prodotti per vivere la cultura in modo attivo e partecipativo e per sviluppare nuove competenze.

Del resto il Sindaco, Claudio Casadio, l’Assessore alle Politiche Giovanili, Alberto Servadei, e l’Assessore alla Cultura, Cristina Tampieri, hanno ribadito, nella presentazione di sabato 2 giugno, il loro appoggio a questa realtà nuova proprio per la sua originalità, per la sua vocazione ad essere un luogo dove si sviluppano competenze che possono essere messe al servizio della società, dove la creatività trova degli sbocchi, dove si produce attivamente cultura.

DOrave culturale ha presentato il DO alla città ed ha costituito l’occasione per formare un gruppo, in cui le ragazze e i ragazzi vengono da esperienze diverse (musica, arti visive, design, informatica, ecc.): la sfida comincia però da oggi, dalla volontà di rendere il DO uno spazio permanente e vivo e di fare decollare i progetti accennati e i nuovi che nasceranno.

La risposta del pubblico è stata positiva: ai tre giorni hanno partecipato circa 300 persone ogni sera, manifestando il loro interesse ed in molti casi la disponibilità a partecipare attivamente alla programmazione futura; anche sulla pagina del DO in myspace (www.myspace.com/donucleoculturale) i commenti di chi ha partecipato, sia come pubblico che come performer, dimostrano il successo che ha avuto l’inaugurazione del DO. La massima affluenza si è registrata domenica sera, per la performance degli ZU.

Alla chiusura, domenica sera, molti hanno chiesto informazioni sulla riapertura del DO e sulle attività future, dimostrando entusiasmo per la presenza di questa nuova realtà culturale a Faenza. La risposta che abbiamo dato è: prestissimo lo staff del DO si riunirà per ragionare sul futuro e per pensare alla programmazione, per verificare questi tre giorni e per DARE alla città un luogo stabile dove FARE cultura. E’ nel DNA del DO…dal verbo dare, e da to do, in inglese, appunto, fare.


Dichiarazione d'intenti DO - NUCLEO CULTURALE

All'interno del piano di sviluppo del distretto culturale evoluto di Faenza, l'Amministrazione Comunale, con il lavoro dell'Assessore alla Cultura e dell'Assessore alle Politiche Giovanili, ha dato vita ad un Nucleo Culturale, composto da ragazzi e ragazze con competenze, risorse e interessi negli ambiti della creatività e della cultura artistica. La sua funzione è quella di tradurre in azioni pratiche i seguenti obiettivi, mutuati dal progetto per il distretto culturale evoluto e dalle finalità del Laboratorio Cultura:

  1. Sviluppo di un gruppo motivato e impegnato che, condividendo insieme all'Amministrazione Comunale il percorso, presentato nel convegno Moto d'Idee, per la costruzione del distretto culturale evoluto, possa durare e ampliarsi nel tempo, animato da persone realmente interessate a sviluppare progetti ambiziosi e che lavorino insieme secondo un'etica di condivisione e confronto. Questo gruppo si propone come non solo come momento di aggregazione, ma intende coinvolgere i partecipanti in modo attivo e continuativo con modalità che esulino dal semplice riempire il proprio tempo libero.
  2. Ampliamento e arricchimento delle opportunità di produzione e fruizione culturale della città in una logica attiva e generativa di contributi e risorse da parte della società civile, in particolare delle giovani generazioni, e degli altri istituti e operatori culturali. In questo senso si colloca l'idea del Centro culturale multifunzionale, come incubatore del gruppo e di progetti nuovi che lo caratterizzino come uno dei più importanti poli della vita culturale e sociale della città.
  3. Attenzione al nuovo, non solo in termini di contenuti ma soprattutto di modalità di lavoro e di presentazione dei contenuti. Le iniziative dovranno offrire aspetti di totale innovazione, dando voce non solo alle opere di artisti affermati, ma anche a idee, progetti, ricerche sviluppati dal Nucleo Culturale e dal contesto cittadino, in modo che i cittadini e soprattutto i giovani possano essere reali protagonisti non solo della fruizione, ma soprattutto della produzione culturale. A questo proposito, ampio spazio deve essere dato alle tecnologie informatiche applicate alla multimedialità, sia perché a Faenza non esistono esperienze consolidate e strutturate nel settore, sia per il valore di innovazione che i linguaggi/strumenti multimediali hanno apportato al campo dell'arte.
  4. Creazione e mantenimento di un centro culturale che, nel pieno della sua attività, dovrà essere attivo, vivo e frequentabile tutto l'anno: un laboratorio di idee e di attività volto alla sperimentazione, alla ricerca, allo sviluppo e all'esplorazione di nuovi linguaggi, saperi e tecnologie, nella consapevolezza che l'esposizione alla creatività e alla novità sia stimolo e condizione per una maggiore apertura mentale e alla diversità. In quanto "base" del Nucleo Culturale, il centro si configura secondo la logica di essere un luogo di incontro capace di dare una risposta alla mancanza di spazi e proposte che non siano meri prodotti da consumare passivamente.
  1. Realizzazione di processi di scambio e interazione con altre realtà nazionali, europee ed extraeuropee, impegnate nella produzione culturale e sociale, sviluppando collaborazioni che vadano oltre il semplice coinvolgimento estemporaneo di questi attori in eventi.
  2. Creazione di connessioni con aziende private, profit e non-profit, che desiderino investire nel sociale e nella cultura ed essere coinvolti nei progetti con un ruolo attivo e propositivo, condividendo obiettivi e metodologie, e non come semplici finanziatori. Lo scopo è quello di creare azioni valide capaci di coniugare attività imprenditoriali, competenze artistiche e circuiti distributivi, realizzando dei format che siano poi esportabili sotto il marchio "Faenza/Moto d'idee".
  3. Sensibilizzazione della comunità locale sui temi della solidarietà, della socialità e dell'ambiente, attraverso progetti culturali e creativi e il coinvolgimento di attori privati e pubblici, dando corpo a comuni prospettive.

Dati questi obiettivi, le attività promosse e realizzate dal Nucleo Culturale saranno caratterizzate dalla massima libertà di scelta e iniziativa, e in particolare da:

- Centralità degli utenti/partecipanti;

- Assenza di proposte preconfezionate e attenzione ad una continua ricerca di nuovi percorsi di crescita culturale, sociale e creativa calati nel contesto urbano e civile, da cui possano originarsi ulteriori idee, risorse, energie, attività.