martedì, novembre 29, 2005

SIAMO PRIMITIVI

Ipotizzando un futuro in cui le emozioni vengono sostituite al cibo, quale piatto sarebbe più ricco? Spaghetti alla paura? Filetto all'amore? A mio parere bisogna fare leva su oggetti o forme universalmente riconosciute (su stereotipi?) dandogli nuova luce con interventi che dovranno rimanere i più semplici e comprensibili possibile.
Se invece non facessimo niente, ma facessimo tutto per far sapere a tutti che non facciamo niente.

12 commenti:

Anonimo ha detto...

secondo me il piatto più ricco è il crescione zucca, patate e noia...

Anonimo ha detto...

Consideri la noia una forma di ricchezza?

Anonimo ha detto...

più che altro penso che siamo tutti particolarmente ricchi di noia

Anonimo ha detto...

Infatti lo scopo dovrebbe essere, combattere contro la noia. Con il design si può fare. Insomma immagina una catena con gli anelli a forma di cuore... non è forse prendere un prodotto standard, noioso, e illuminarlo di conenuti e significati nuovi, spesso opposti. Il tutto permeato di ironia. Cosa ne pensate? Ci sono altre vie sicuramente...

Andrea Magnani ha detto...

MORE IS MORE, LESS IS MORE, LESS AND MORE,-------------NOMORE?
Sono perseguitato dalla voglia di proiettare, di comunicare, di trasmettere qualcosa. Con la musica, quando parlo, quando mi muovo, quando progetto, sempre. Non so, lo ritengo fondamentale. O forse ho solo paura di scomparire dalle menti di tutti e ritrovarmi in un mondo fantastico ma da solo. Lo so è presuntuoso ma io voglio passare alla storia, ci provo, ma non ci sono compromessi (è come se un calciatore scendesse in campo per il pareggio... eee non si fa).
In questo spazio sto cercando di capire come fare... con il design? Credo che ormai usare il termine design come è inteso oggi non abbia senso. Non è giusto non è quello che ci rispecchia. Perchè dividere? Buttiamo tutto sotto al generico nome di arte (non + intese come ieri) e vediamo un po che salta fuori. Sono stufo di tutta questa marea di cose che ho intorno. E' giusto interrogarsi su quello che stiamo facendo come designer! secondo me ci mettiamo li, 2 mesi, 2 giorni e poi!??? Tiriamo il nostro bel sasso nell'oceano.....aspettiamo di vedere l'onda d'urto.....quanto dura....e poi via.....ci si riprova finchè non riusciamo a far venir un bel terremoto sotto a tonnellate di metri cubi d'acqua......una onda anomala che spazza via tutto l'esistente.....si ricostruisce....altri sassi....altre onde.....terremoti....distruzione....
e via cosi per i secoli dei secoli.

E SE PROVASSIMO A SVUOTARE IL MARE???

Anonimo ha detto...

"EMORRAGIA-----OGGETTUALE"
Svotare il mare può voler dire.. non so.. invece di buttare un sasso... se si buttasse una spugna? Purtoppo non ho la soluzione per fermare l'emorragia "oggettuale"... e farlo con altri oggetti sempra un paradosso, ma spero di arrivare ad una soluzione qui.

Anonimo ha detto...

si trova una soluzione a tutto..

magno parla di cose semplici.. mare di oggetti.. surplus.. ancora.. ancora.. capitalismo.. consumismo.. non vi sta bene il consumismo.. bene sono d'accordo.. allora perchè progettate altre cose..
altri oggetti.. tutti vogliono essere ricordati tutti siamo esseri che ricordano..

siete fortunati a farvi queste domande.. ciò è bene..
allora perchè non uccidiamo noi il design..l'arte concettuale, le citazioni, le antonomie, i controsensi... e via fluxus bolidismo, spazialismo, dadaismo, futurismo...se siamo consapevoli della sovraproduzione...bisogna fare delle scelte.. ADESSO!! piccola o grande produzione?
piccola produzione(no surplus) il rischio è di diventare artisti...

gli artisti seguono la loro passione, qualunque cosa succeda... i soldi???

morire poveri ma unici e originali oppure morire come designer seriali e con qualche soldino nel taschino? il compromesso?? io non l'ho ancora trovato..

Andrea Magnani ha detto...

....sarebbe bello essere ricordati per non aver fatto nulla per essere ricordati....

Andrea Magnani ha detto...

-----a parte gli aforismi-----qualcosa bisogna fare-----forse nulla??

Si parlava di piccola o grande serie... forse dipende dalla tipologia del progetto (sia concettuale che oggettuale)...

Oppure bisognerebbe creare una sorta di design che lavora solo con gli oggetti surplus, che ne sò... se si fondessero tutte le plastiche degli oggetti inutili (funzionalmente e/o emozionalmente)che ogni italiano ha nella propria casa.. e si facesse una bella scultura grande come una casa...

Oppure come dice giova uccidiamo il design!! ma con cosa?con altro design??...forse creando oggetti che distruggano (concettualmente) tutto l'esistente...o forse madre natura potrebbe darci una mano (oggettivamente)...
oppure con sedie che sono solo delle sedie-------e basta.

p.s.(la parola sedia è usata come, in ambito letterario, viene usato il Signor Rossi).

Andrea Magnani ha detto...

http://www.purevolume.com/mcenroe

Anonimo ha detto...

DESIGN IS PROBABLY NOT DEAD...
Come dice qualcuno bisogna fare delle scelte subito...bisogna fermare l'emorragia oggettuale...
La mia soluzione al problema è: l'amore.

un oggetto lo devi amare...e lo seguirai in eterno...

Unknown ha detto...

la concomitanza dell'essenza, frase detta più per assonanza che per necassaria esistenza, si presuppone e in ragion d'essere supposta è realtà sensibile pressochè determinante, necessaria per iniziare questo piccolo
capitolo di sconnessioni logicamente illogiche.

innanzitutto il design è un verbo:
to design (disegnare e/o progettare).
sottolineo l'importanza del fatto che sia una forma verbale, con i suoi modi, con i suoi tempi

io sono un disegnatore e un progettista;

disegno quando ho bisogno di esprimermi o di creare materialmente uso carta e penna ma per lo più faccio dei voli pindarici)
progetto quando risolvo un problema di necessità (per me stesso ogni giorno, per altri quando ho un cliente)

necessariamente se la vostra attività di designer vi porterà ad avere a che fare con i problemi propri della nostra professione inizierete a vedere il design dappertutto.
quindi al cinema inizierete a riconoscere gli oggetti d'arredo, comincerete a guardare le sedie anche da sotto, proverete a chiedervi il perchè di quella soluzione architettonica, a domandarvi l'importanza sociale di quello che fate.
Da qui ogni designer inizia la sua personale storia.

La curiosità è il principio della saggezza.

"Il buon progetto non è vittima delle visioni del cliente ma è ciò che suscita in quest'ultimo nuove visioni. E' questo il modo con cui il progetto "comunica". (Caggiano)

Se siete persone curiose potrete sapere cose che altri non sanno, e stimolare in loro nuove visioni.

Queste nuove visioni sono creature.

il progetto inteso come concretizzazione dell'idea è semplicemente un medium del concept e come tale è quasi irrilevante il "già visto", "la serialità" etc... nell'idea stessa di concept.

il concept è figlio di un design (disegnare) ma deve concretizzarsi in un design (progetto) di cui è la genesi.

un buon prodotto deve saper comunicarsi, manifestarsi in un linguaggio che può essere recepito e capito.