giovedì, dicembre 15, 2005

TI AMO


Un pò di tempo fà ho lasciato un commento che faceva + o - così:

"Voglio un oggetto che mi conosca, mi ami, mi lasci per un'altro padrone e poi si rimetta con me...voglio piangere il suo riciclaggio...e poi... voglio re-inziare tutto da capo con la sua re-incarnazione."


Con ciò intendevo che......; con un oggetto voglio creare una storia..... e/o creare i presupposti (come designer) per fare nascere una storia...... Un sedia che arrossisca per un complimento.....che ti prenda in giro per un peto....o semplicemente fare in modo che.......; ogni volta che la usi.... cambi con te, cambi da sola, cambiate insieme.... finchè non diventa la tua sedia.......quindi metaforicamente il tuo amore...

8 commenti:

Anonimo ha detto...

CAPITOLO--------CAPITO?
In un qualsiasi progetto, abbiamo già assodato (in precedenti discussioni) l'importanza di fare emozionare... definendo questo tipo di design come narrativo possiamo fare in modo di renderlo reale progettando prodotti in grado di rendere ogni fruizione una prova, un capitolo di una storia. Il desiderio di utilizzare tali prodotti non quindi più legato ad un piacere comportamentale..... ma ad una esigenza puramente narrativa che ci arricchisce mentalmente. Dal momento in cui decidi di acquistare questo oggetto diventi il protagonista di una storia che ti consente di creare un rapporto di affezione con lo stesso.

Anonimo ha detto...

bene, allora apriamo un capitolo nuovo nell'era post industriale, non parliamo più di consumismo ma di condivisione: ancora prima di comprare voglio condividere con te o con un gruppo di persone cosa c'è dietro o come lo vorrei io questo prodotto, ( ammesso che ne esisteranno ancora per come li intendiamo adesso)con le nuove tecnologie(internet,stl,ecc) è già possibile ora.
Progettare uno scenario equivale ad una visione.....
chi vuole vada avanti

Andrea Magnani ha detto...

allora che visione sia... se ci fossero programmi facili che creassero i propri prodotti solo al pensiero del cliente?
Con l'stl ora fanno anche le case... Magari potremmo inviare i nostri pensieri di progetto direttamente alle fabbriche che con stl li realizzerebbero all'istante!!!!
Non credo sia fantascienza.

Anonimo ha detto...

non è fantascienza, è arte.
quello che chiamiamo pensieri sono senzazioni interne, canali sensoriali rivoltati ed implosi nel nostro io.
se collegassi le onde celebrali ad un computer e le trasformassi in forme, onde, ghirigori o simili otterrei la mappa della mia realtà, bada bene la mappa... che per essere tale non deve essere la realtà, ma la mia illusione della realtà: maya.
Il passo è breve: mappa-scenario-illusione, come nuovi paesaggi urbani della mente_corpo.
vai avanti

Anonimo ha detto...

io non parlavo di onde celebrali ma di immagini mentali... prima di disegnare un oggetto tu lo visualizzi nella tua mente...

Lo so che un artista ha fatto una specie di astronave nella quale ti collegavano delle storie al cervello che poi rappresentavano le tue onde celebrali, ma io parlo di un'altra cosa.

Anonimo ha detto...

prova a fare a rovescio: non immaginare niente e fai qualcosa e man mano che questo cresce comincia a immaginare, a me risulta più facile ed è foriero di cose inaspettate sopratutto da me.
di questo parlavo alle 12.07, un mondo inaspettato dove viverci sarebbe una continua scoperta, come un luogo sconosciuto.
hai mai fatto questa esperienza?

Andrea Magnani ha detto...

e ovvio che non ci sia un metodo giusto od uno migliore di un'altro..
a volte l'idea mi viene mantre bevo al pub con gli amici, a volte dopo una ricerca, a volte giocando (come dici tu) direttamente con i materiali, etc..

Quello che mi interessa indagare non sono i percorsi metaprogettuali ma cosa è giusto inserire all'interno di un progetto..

credo sia interessante creare in un progetto i presupposti per dare vita ad una storia di amore.

Ma iniziamo a parlare della realtà!!
QUESTO E' IL BREAFING! PROGETTATEMI UN PORTAPENNE!

avanti con le idee....

Andrea Magnani ha detto...

Breafing: PORTAPENNE